Dal Monte Sant'Elia alto 582 metri si può ammirare un panorama mozzafiato che va dallo Stretto di Messina al Golfo di Gioia Tauro, per questo viene definito il "Balcone sul Tirreno".

Attraverso la strada statale che da Palmi porta a Reggio Calabria, prima dei Piani della Corona, si giunge al Monte Sant'Elia, ultima parte montuosa della catena Appenninica dell'Aspromonte. Immerso tra enormi distese di rigogliosa vegetazione, costituita prevalentemente da pini marittimi e castagni. Dai suoi tre terrazzamenti si può godere di uno dei più suggestivi panorami esistenti al mondo, in quanto l'occhio umano può scorgere dalla sua cima l'imbocco dello Stretto di Messina, nel punto in cui le sponde siciliane sono più vicine a quelle calabresi, i due piloni del vecchio elettrodo che univano la Sicilia al Continente e infine, in maniera spettacolare, a lasciare senza fiato è la vista dei due vulcani attivi dell'Etna e dello Stromboli.

La storia di questo singolare monte è strettamente collegata alla storia di Sant'Elia da Enna dal quale ha preso il nome. Si narra che nel 902, il Santo si fermò presso il monastero da lui stesso fondato sul monte, dove strinse legami molto intensi con la gente del posto, che il giorno della sua partenza predisse loro l'arrivo di un altro santo uomo che avrebbe portato il suo stesso nome. Il religioso ennese morì l'anno dopo a Tessalonica e il suo corpo fu trasportato e sepolto in cima al monte palmese.

La famosa leggenda racconta di S. Elia e il diavolo. Si narra che tanto tempo fa nel promontorio che sovrasta la cittadina di Palmi giunse dalla Sicilia, Elia l’eremita, il santo che avrebbe dato il suo nome al luogo. Rapito dalla bellezza incomparabile del paesaggio, egli decise di stabilirvisi scegliendo una grotta in cima al monte, per vivere in penitenza e solitudine cibandosi solamente di erbe selvatiche. Un giorno, mentre era in meditazione, gli si presentò un uomo dall’aspetto tetro che portava un grande sacco sulle spalle. L’uomo spiegò ad Elia che aveva trovato un’ingente fortuna e voleva spartirla con lui, quindi aprì il sacco e gli mostrò che era pieno di un’immensa quantità di monete. Elia capì che quell’uomo era in realtà il diavolo venuto per tentarlo. Perciò prese il sacco e lo svuotò giù per la china del monte, mentre le monete, rotolando, si tramutavano in sassi neri come il carbone. Non contento l’essere diabolico si presentò nuovamente al Santo, facendo apparire una tavola colma di pietanze prelibate. Eppure Egli, nonostante la fame e la tentazione, lo scacciò per l’ennesima volta. Per la terza volta Satana si presentò ad Elia, stavolta tramutato in una bellissima fanciulla. Ma quando Elia guardò negli occhi della giovane e vi vide brillare un bagliore maligno, capì che si trattava del maligno e lo respinse verso il precipizio, con tale violenza che, nel cadere, Satana urtò contro un masso lasciandovi impresse le impronte delle sue gigantesche unghie. Quando il suo corpo cadde fragorosamente in mare, subito apparve una grande lingua di fuoco accompagnata da densi fumi e terribili boati. Appena la nube si dileguò, si vide che dall’acqua era affiorata un’isola scura, che eruttava dardi infuocati e cupi rimbombi. Era lo Stromboli che strepitava ininterrottamente agitato dallo spirito infernale ivi imprigionato.

Ancora oggi sul monte S. Elia è visibile un grande macigno con impresse le impronte del diavolo (un solco bruciacchiato nella rocciaviva prodotto dallo stinco del Demonio caduto in ginocchio ed una buca prodotta dal piede), mentre il pendio è cosparso di ciottoli neri che somigliano ad antiche monete carbonizzate. E di fronte, lo Stromboli continua sibillinamente a fumare, scuotendo ogni tanto la terra quando il suo diabolico ospite cerca di liberarsi. Il seducente fascino del Monte Sant'Elia, decantato da scrittori e poeti, diffusamente propagandato, in molte lingue dalle guide turistiche. Le affascinanti attrattive richiamano gran numeo di visitatori e frequentatori, che affollano la vetta del Monte, ricco di bellezze naturali e panoramiche.

 

Monte S. elia

Veduta Monte S. Elia

Tre Croci Palmi

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