Varia di Palmi

La festa della Varia di Palmi, la “Macchina Meccanica” trascinata a spalla più grande d’Italia e probabilmente d’Europa. Questo imponente carro scenico alto sedici metri, dal peso di venti tonnellate e trascinato a spalla da oltre duecento “mbuttaturi”. Simbolo di forte fede religiosa e di sforzo unitario dei cittadini palmesi.
La Varia di Palmi è una delle più importanti feste religiose della Calabria. Si svolge l’ultima domenica del mese di agosto con cadenza pluriennale in onore di Maria Santissima della Sacra Lettera, patrona e protettrice della città. L’evento viene annoverato dal 2013 tra i beni che rientrano nel Patrimonio orale e immateriale dell'umanità dell'Unesco.
L’imponente manifestazione della Varia si svolge a Palmi, “città culturalmente vivace”, è una festa antica la cui tradizione risale al 1535. E’ un gigantesco carro scenico meccanico alto sedici metri, pesante venti tonnellate che si staglia maestoso sullo sfondo dello Stretto di Messina, catalizzando l’attenzione di un’intera popolazione e incarnandone la fede. Viene trascinato a spalla da oltre duecento “mbuttaturi” ed è collegato al culto della Madonna della Sacra Lettera in cima al quale una ragazza povera eletta dal popolo, “l’Animella”, raffigura la Madonna che ascende al cielo.
La “Varia” di Palmi ha carattere religioso - etnografico - folcloristico di enorme rilievo per i valori che promuove, e di notevole spessore per i significati simbolici; per la massa di persone che coinvolge, la originalità delle soluzioni tecniche, la spettacolarità scenografica. Tali elementi fanno della “Varia” una manifestazione che supera l’ambito locale per diventare la manifestazione simbolo dell’intera Regione Calabria e, oramai, ha raggiunto un impatto mediatico, anche sui circuiti internazionali, di notevole entità con un forte ritorno di immagine per Palmi e la Calabria, diventando, di fatto la festa più importante della Regione Calabria. Offre allo spettatore una carrellata di cerimonie scenografiche, feste religiose e tradizioni pagane e popolari, rievocazioni storiche, manifestazioni sacre e profane. Tutte manifestazioni in cui si fondono tradizioni popolari, usanze locali, folclore e fede religiosa la cui conoscenza si trasforma quindi in un grande patrimonio di cultura ed esperienza umana e sociale che diventa occasione per riflettere sulle radici della società contemporanea.
Già dal 2003, voluto fortemente dall’assessore Carmine Cogliandro, la Città di Palmi avviò in nome della Varia di Palmi, poi diventata anche bene immateriale dell’Unesco, uno scambio culturale con le Città di Gubbio nel nome dei Ceri, con Nola nel nome dei Gigli, con Viterbo nel nome della Macchina di Santa Rosa e con Sassari nel nome dei Candelieri. Furono elaborate tante tesi di laurea sulla Varia, una di queste fu redatta dalla giovane laureanda belga Anna Van Der Veken, venuta appositamente a Palmi dal Belgio con la famiglia dal titolo “La Varia di Palmi”.
La struttura portante è quella di un grande carro dalla forma piramidale, costruito utilizzando principalmente materiale ligneo e cartapesta lavorata con mica, una speciale e particolare roccia argentata e luccicante che si trova sulle montagne dell’Aspromonte.
L’intensa e sentita spiritualità, il significato religioso, tanta e tanta fede unita a un giusto folclore, la rendono estremamente emozionante e suggestiva. E’ una festa da non perdere per la sua emotività e il forte sentimento religioso. L’obiettivo è la Solidarietà e la Fede, e quindi la convivenza civile che ci appartiene, che possono essere raggiunti solo se tutti i cittadini di buona volontà tirano dalla stessa parte senza interessi. Solo così possiamo dire, sotto la protezione e la benedizione della Madonna della Sacra Lettera “Voliri Volari a Varia avi a scasari”.
La presenza di figuranti viventi conferisce unicità alla rappresentazione religiosa e nel contempo contribuisce a creare quel clima di attesa e pathos che contraddistingue l’intera durata della “processione”.
In cima all’imponente struttura troviamo l’Animella, una bambina palmese che ha il difficile compito di rappresentare la Madonna, figura carica di implicazioni religiose e antropologiche. La bambina siede in cima ad un’asta che rappresenta la parte culminante del carro. Sospesa a sedici metri di altezza sorride e continua a benedire la folla cittadina, sopportando gli scossoni e le aritmie del percorso. A sostenerla la mano del Padreterno, l’uomo che seduto poco più in basso la tiene salda, rassicurandola sia simbolicamente che concretamente con la sua presenza. Il popolo partecipa e ricambia emotivamente, seguendo le sorti dell’animella con accorato afflato.
Il carro è avvolto da una nuvola di carta argentata che maschera la struttura sottostante, sulla quale siedono circa trenta bambini e bambine che rappresentano gli angeli del Paradiso. Ai piedi del carro gli altri interpreti, gli apostoli. Più in basso si trovano i portatori, posizionati a piedi nudi lungo le cinque travi fissate alla base della struttura (cippu) che sorregge l’intera impalcatura. Dal dialetto ’mbuttare, spingere, prendono il nome di ’mbuttaturi e sono coloro i quali hanno l’importantissimo compito della scasata. Ognuno al suo posto, pronto a sopportare il sacrificio di una fatica immane tesa a riannodare i fili di un’intera comunità. Il trasporto è estremamente difficoltoso, ma finora il carro non si è mai fermato, rappresenterebbe una sconfitta per l’intera comunità. La struttura trasportata oggi fu elaborata da un valido artigiano palmese, Giuseppe Militano che lavorò per anni a un progetto e alla fine riuscì a creare la “Varia Meccanica”, struttura che dopo più di un secolo protegge una tradizione secolare e appartenente alla “Rete delle macchine a spalla italiane”.

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